Questa mostra temporanea illustra non solo gli aspetti storici, botanici, chimici, ma anche l'utilizzazione e l'importanza economica di questa pianta oggi di vastissimo impiego. La vaniglia è una pianta che appartiene al genere Vanilla e alla famiglia delle Orchidacee. Questo genere comprende più di 100 specie, però solo poche di queste producono frutti aromatici di uso commerciale, e precisamente: Vanilla planifolia, Vanilla pompona, Vanilla tahitensis. Tra queste, la più importante è Vanilla planifolia.
L'areale naturale di Vanilla planifolia è l'America centrale. La sua coltivazione è tuttavia possibile nella fascia delle foreste umide planiziali che va dal 23° parallelo N al 23° parallelo S. E' una pianta perenne con lunghi fusti erbacei lianosi; può quindi essere considerata un'epifita, ma con radici che partono dal suolo. I fiori sono riuniti in un'infiorescenza a racemo e il periodo di fioritura dura da 6 a 8 settimane; la fioritura è scalare e i fiori sbocciano uno alla volta nel corso dell’antesi e permangono sulla pianta solo un giorno.
I frutti della vaniglia erano conosciuti e utilizzati a scopo medicinale da una popolazione messicana (i Totonachi) 2000 anni prima della scoperta dell'America. Successivamente gli Aztechi, con la sottomissione dei Totonachi, vennero a conoscenza dei frutti della vaniglia e cominciarono ad utilizzarli come aromatizzante di una bevanda tonica a base di cacao e peperoncino denominata xocoatl. Gli europei scoprirono l'utilizzo della vaniglia come aromatizzante nel 1519 con la conquista del Messico ad opera degli spagnoli. Fu così che la vaniglia venne utilizzata anche per aromatizzare i dolci e bevande, come la comune cioccolata calda.
Gli europei iniziarono il commercio dei frutti di vaniglia dal Messico verso le principali capitali europee ed esportarono talee di questa pianta nelle loro colonie, dove il clima permetteva alla pianta di fiorire. Per diversi anni queste piante non fruttificarono, perchè al di fuori dell'areale d'origine, mancava l'insetto pronubo indispensabile per l’impollinazione.
Solo nel 1841 uno schiavo dell’isola di Rèunion inventò una semplicissima tecnica di impollinazione manuale ancora oggi utilizzata. Nello stesso anno il prefetto dell'Orto Botanico di Padova, Roberto De Visiani, eseguì il primo tentativo, felicemente riuscito, di impollinazione artificiale della vaniglia nell’ambito dell'Impero Austroungarico. I frutti della vaniglia permangono sulla pianta 8-9 mesi; vengono raccolti ancora verdi e successivamente sottoposi ad un lungo processo di essiccazione che può durare anche 8 mesi. Questa fase di essiccazione è essenziale perchè il frutto sprigioni l'aroma tipico.