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Acqua allo stato liquido su Marte |
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Phoenix ha rilevato la presenza di ioni di sodio e magnesio |
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ROMA
Grazie alla presenza di sali di perclorato su Marte potrebbe esserci
acqua allo stato liquido. Una buona notizia per chi, sul pianeta rosso,
cerca forme di vita. Ad annunciare l’inaspettata presenza di questo
composto chimico antigelo, il gruppo di ricercatori che lo scorso anno
ha analizzato i dati inviati dal lander della Nasa Phoenix.
Relativamente presente sulla superficie terrestre, si è scoperto che il
perclorato è piuttosto abbondante su Marte e costituisce l’1% del suolo
esplorato da Phoenix. Inizialmente si era pensato che microorganismi
marziani potevano usare l’agente chimico come cibo, come fanno del
resto i microbi sulla Terra. Una possibilità da non escludere, ma per
ora appare chiaro che il perclorato su Marte ha un’altra funzione:
quella di mantenere allo stato liquido l’acqua.
Purtroppo, le misure fatte da Phoenix non hanno fatto una distinzione
di che tipo di perclorati si tratta, ma l’abbondanza di ioni di sodio e
magnesio rilevati dal lander, fa pensare che i maggiori candidati siano
il perclorato di sodio e di magnesio.
Soluzioni concentrate di questi sali sono in grado di mantenere le
sostanze allo stato liquido, rispettivamente fino a temperature di -72
gradi centigradi e di 37 gradi. Questo rende possibile che la presenza
di acqua liquida abbia contribuito a forgiare la superficie di Marte
così come ci appare ora, malgrado le temperature siano solitamente
molto al di sotto dello zero.
Sacche di acqua potrebbero conservarsi proprio sotto la superficie,
isolata dal terreno soprastante e occasionalmente potrebbe fluire verso
l’esterno. «Potrebbe esserci acqua liquida in ogni posto sotto il
ghiaccio», ha detto il ricercatore del gruppo Phoenix Nilton Renno
della University of Michigan, Ann Arbor che ha aggiunto «Con la
presenza dei perclorati è possibile che l’acqua sia nella maggior parte
di Marte. Questo spiega i canaloni sulle colline marziane che
assomigliano alle caratteristiche formazioni scavate dall’acqua che ci
sono sulla Terra, ed oltretutto sembrano essere recenti».
L’acqua sciolta dai sali di perclorato si accumula sotto i ghiacciai
facendoli muovere e questo spiegherebbe, secondo uno studio di David
Fisher del Geological Survey, Canada Ottawa, che sarà presentato a
marzo al Lunar and Planetary Science Conference (LPSC) che si terrà a
Houston nel Texas, segni di scivolamento di queste masse di ghiaccio
dure e rigide sulla calotta settentrionale di Marte. «Il ghiaccio si
deforma poco - spiega Fisher - ma si muove sulla cima di questo letto
melmoso e mobile».
Fisher pensa che acque ricche di perclorato penetrate sotto il
ghiacciaio possano, alla fine, colare in profondità attraverso le crepe
delle rocce, diventando un’importante fonte di rifornimento che va a
ricostituire i serbatoi di acqua che si trovano nel sottosuolo
marziano. Quest’acqua periodicamente, nella storia del pianeta rosso, è
risalita verso la superficie formando sorgenti di acqua calda e
riempiendo canali di antichi fiumi disseccati.
La presenza di acqua liquida potrebbe spiegare anche misteriosi schizzi
sulle «gambe» di Phoenix, che sono stati rilevati da Renno, analizzando
i dati del lander, e che ne parlerà alla conferenza LPSC. Lo scienziato
pensa che siano schizzi di acqua, ma altri suoi colleghi optano per
giochi di luci sul ghiaccio che, secondo loro, hanno dato l’illusione
di comportarsi come se fosse un liquido. Se effettivamente esistono
queste sacche di acqua allo stato liquido, ha detto Renno, allora
dovremmo pensare che ci sia qualche forma di vita, soprattutto nei
posti dove le concentrazioni di perclorato sono meno alte.
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"Un diverso contatto con la realtà"