Post n°4952 pubblicato il
06 Ottobre 2010 da
isolaviva
Firme false per Formigoni ossia il popolo contro la legge
di Alessandro Capriccioli
Secondo alcuni commentatori la denuncia delle firme false sul listino di Formigoni alle elezioni regionali dovrebbe essere considerata irrilevante, perché la volontà popolare, successivamente dimostrata dal voto degli elettori, non può essere vanificata dalla burocrazia.
Si tratta, a ben guardare, di due affermazioni distinte, sulle quali vale la pena soffermarsi qualche secondo.
Innanzitutto occupiamoci del richiamo al concetto di burocrazia, che nel caso di specie mi pare evocato a sproposito per motivi sin troppo evidenti: se per realizzare un'opera pubblica un'impresa deve possedere dei requisiti, e se l'ufficio pubblico preposto a verificarne la sussistenza fa giacere la pratica ritardando il progetto così a lungo da renderlo inattuabile, allora siamo di fronte ad un caso di burocrazia che deprime l'iniziativa degli individui; se invece l'impresa quei requisiti non li possiede, li falsifica pur di ottenere l'appalto e alla fine viene scoperta, il problema non è di burocrazia, ma di legalità.
E' sin troppo evidente che il listino di Formigoni non è stato affossato dall'inerzia dell'apparato amministrativo che doveva controllarne la regolarità, e quindi dalla burocrazia, ma piuttosto dal fatto che quella regolarità mancava sin dall'origine, il che configura un problema decisamente diverso: di legalità, per l'appunto, cioè di certezza delle regole che debbono valere per tutti, e alle quali nessuno può sottrarsi.
Poi c'è l'annosa questione della volontà popolare: gli elettori, si dice, hanno comunque premiato Formigoni con il voto, il che varrebbe a sanare nella sostanza l'irregolarità delle firme presentate per poter accedere alle elezioni.
Si tratta, per la verità, di un modo di vedere le cose che negli ultimi tempi si è andato diffondendo in modo preoccupante: quello secondo il quale la sovranità popolare consisterebbe nel fatto che la volontà della maggioranza è più forte della legge, cioè al di sopra di essa.
Ciò che è vero, in realtà, è che in uno stato di diritto la maggioranza dei cittadini può modificare o addirittura abrogare una legge: con il piccolo particolare che deve farlo secondo quanto previsto dalla legge stessa, vale a dire esercitando il voto e mandando in parlamento i propri rappresentanti, i quali a loro volta provvederanno a cambiare o eliminare la legge seguendo la procedura all'uopo stabilita dalla costituzione; finché ciò non avviene quella legge resta in vigore, e non vale a sottrarle efficacia il fatto che la maggioranza (o, al limite, la totalità) dei cittadini dichiari di non condividerla.
Esemplificando con un caso limite, sarebbe addirittura possibile che la volontà popolare reintroducesse nel nostro paese la pena di morte; ma ciò potrebbe avvenire solo nel caso in cui i parlamentari eletti da quei cittadini si prendessero la briga di modificare prima la Costituzione e poi il codice penale, attenendosi scrupolosamente alle regole previste dall'ordinamento: fino a quel momento qualsiasi esecuzione capitale che abbia luogo sul territorio dello stato rimane illegale, nonostante il fatto che la stragrande maggioranza della popolazione la richieda a gran voce.
Sapete qual è il nocciolo della questione? In uno stato di diritto non è il popolo, ad essere sovrano, ma la legge: tutte le volte che si cerca di invertire arbitrariamente questa elementare gerarchia si finisce per ricadere, più o meno consapevolmente, in una situazione che conosciamo fin troppo bene.
Quella situazione, per usare un termine la cui portata viene spesso trascurata, si chiama fascismo.
Ecco, personalmente tenderei ad evitarla.
06 ottobre 2010
http://www.unita.it/news/italia/104307/firme_false_per_formigoni_
ossia_il_popolo_contro_la_legge
Inviato da: fatamatta_2008
il 14/01/2011 alle 19:46
Inviato da: etna48
il 13/01/2011 alle 23:46
Inviato da: lanterna.nera
il 12/01/2011 alle 23:06
Inviato da: emanuela.pavani
il 11/01/2011 alle 23:52
Inviato da: isolaviva
il 11/01/2011 alle 20:19